Ho scoperto per caso i gialli di Giorgio Celli. Me lo ricordavo quando conduceva documentari sul mondo animale e la sua figura mi ha sempre richiamato quella di un paffuto gatto sornione. Riporto una sua frase che lo lega in modo inscindibile a questo animale: «I gatti sono stati i miei maestri di etologia. Maestri senza parole ma con gesti trasparenti; ed io, a poco a poco, sono diventato un loro ammiratore e loro complice».
Da questo amore per gli animali è nato l’ispettore Michelucci, bolognese, poco incline ai rapporti sociali e dedito alla meditazione Zen. L’ispettore incontrerà, in ogni caso che dovrà risolvere, un gatto che lo aiuterà a riflettere e a trovare il colpevole.
Gatti in giallo è la raccolta dei tre casi dell’ispettore Michelucci.
“Il gatto del ristorante cinese”, “Il gatto allo specchio” e “Il gatto del Rettore. Delitto all’Università”. Nel primo episodio, il racconto della faida tra il ristoratore cinese e l’oste della trattoria bolognese è di un umorismo incontenibile.
Io ho acquistato un’edizione di Morganti Editore.